Risonanze

Le voci dell’Appennino

di e con: Davide Ferrari 
musica e fisarmonica: Giacomo De Barbieri
foto: Giulia Ferrari 
video trailer: Alessandro Tosatto

Per narrare un territorio non si attinge soltanto alla storia ma anche alle fantasie e alle leggende, al racconto popolare, che è per sua natura orale. Ci si perde al caleidoscopio delle voci dei personaggi che vi hanno abitato e che sono stati a contatto diretto con la sua natura. Il racconto del monologo Risonanze – Le voci d’Appennino non ha solo un suo filo narrativo logico da seguire, ma obbedisce ad una dettatura invisibile ma viva: è quella dei suoni e delle lingue parlate, dei modi di dire dialettali che conservano con efficacia immagini, volti, voci, persone e legami di un mondo difficile ormai da afferrare. Attraverso la voce di un attore e la fisarmonica di un musicista si racconta la storia di un angolo, l’Oltrepò Pavese, che è lo spicchio più settentrionale di quell’Appennino che percorre tutta la penisola, una sorta di spina dorsale che unisce l’Italia. Qui sono transitati gli elefanti di Annibale e le legioni romane, i Longobardi e Carlo Magno. E poi i pellegrini e i crociati diretti verso l’Oriente e i mercenari come John Hawkwood. Ma le risonanze delle voci d’Oltrepò sono anche quelle dei più umili: i contadini e i vignaioli, i cantinieri e i narratori di paese, eredi dei cantastorie e dei trovatori provenzali. La narrazione diventa uno strumento coinvolgente per far vivere storia e memoria: non per nostalgia ma per amore di una terra da guardare con fiducia, perché capace di far incontrare la magia del passato con la paziente e innovativa energia che apre il passo al futuro. Presentato per la prima volta a Montecalvo Versiggia nel giugno del 2018, lo spettacolo arriva in Germania, al Museo Kestner di Hannover in occasione della XVII settimana della Lingua Italiana nel Mondo e subito dopo a Hildesheim e Osnabrück per poi continuare il suo viaggio in Italia.

Indietro
Indietro

Coppi e il diavolo

Avanti
Avanti

Divinarmonia