I ann dal padar, ad me padar, ad mi

ca son un ladar ad temp o un radar

par l'alerta, l'aluvion dal Po,

me padar in barca, al piäng, i män in testa

a strepà via un'idea o una preghiera,

mi ca vedi gnent, g'ho nänca par la ment

ad piäng parchè la senti tüt adess

al pes, adoss, adess ca dìsi, ca tradisi

lü, diventi nüm.

In questi cinque testi inediti Davide Ferrari mette in scena la sua lotta, la sua guerra e il suo amore di uomo e di poeta. Cosa vuole essere uno che in realtà non è niente, uno che in sogno ha provato anche ad andare sulla luna per cercare di capire cosa siamo e per scoprire ancora una volta che siamo un bel niente, poco più che uno sputo di chissà chi in un tempo immemorabile? Dovrebbe rinunciare, accettare il peso dell'aria sopra il proprio corpo di cimice stralunata con la schiena al pavimento, stare lì a sbattere le ali e non alzarsi più? No, ci dice il poeta. No: ci vuole la forza dei ragazzi e le mani. Bisogna essere uomini, non accontentarsi di una preghiera smorta, ma tirare fuori il grido di cui siamo fatti. Bisogna diventare una parola mola, una parola che si scioglie e diventa luce; diventare una voce che, pur sapendo di non sapere niente, si stringe le parole del mondo nella sua gola, gli ruba l'aria per nominarlo e per viverlo con una passione, con un tremore che diventano dono da dare a un amore. […] Ma la poesia dialettale costringe la lingua a fare i conti con la verità, non perché è scritta in dialetto. È perché è poesia in quanto tale: qui, nei versi di Ferrari, e in tutte le sue prove più riuscite - dialettali o in lingua – la poesia fa sempre i conti con la verità, con il mistero del mondo e dell'uomo. È un radar per l'allerta, tiene gli occhi bene aperti e li apre a noi che siamo sempre una storia da scrivere ancora.

Corrado Bagnoli

Il libro è accompagnato da un’incisione originale dell’artista Messicana Paola Fortes Fernandez.

Edizione per conto degli Amici del Libro d’Artista Seregn del la Memoria Circolo Culturale, Seregno. Collana Fiori di torchio a cura di Corrado Bagnoli e Piero Marelli